Halt execution and release disaster medicine scholar Ahmadreza Djalali

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Assieme a molti altri rettori e accademici, il Direttore della SISSA Stefano Ruffo ha appena sottoscritto una lettere indirizzata alle autorità iraniane volta a fermare l’esecuzione del Dr. Ahmadreza Djalali e a chiedere il suo rilascio. Anche Ferruccio Resta,  Presidente della Conferenza del Rettori delle Università Italiane, ha sottoscritto la petizione. 

Secondo SAR-Scholars at Risk, le autorità iraniane hanno recentemente posto il Djalali in isolamento e la sua esecuzione potrebbe essere imminente. Djalali ha telefonato alla moglie il 24 novembre scorso, in quello che sembrerebbe essere il suo ultimo saluto.

Il Dr Djalali è un accademico svedese-iraniano che si occupa di medicina dei disastri e insegna in università italiane (Università degli Studi del Piemonte Orientale) e belghe (Vrije Universiteit Brussel), oltre che all’Università Karolinska, in Svezia. Le autorità iraniane hanno arrestato il Dr. Djalali nell’aprile 2016 mentre era in viaggio per partecipare a una serie di workshop organizzati dalle Università di Teheran e Shiraz. Il 21 ottobre 2017, il Dr Djalali è stato contannato a morte per “corruption on earth”, sulla base di accuse infondate secondo cui il Dr Djalali avrebbe fornito informazioni alle autorità israeliane. Il Dr Djalali ha contestato le accuse,ma secondo SAR, il diritto all’appello gli sarebbe stato negato.

Fonti della famiglia rivelano inoltre che il Dr. Djalali è stato torturato e messo in isolamento durante la prigionia. Nel luglio 2019, le autorità iraniane hanno improvvisamente portato Djalali in un luogo di detenzione segreto dove è stato sottoposto a minacce per estorcergli una confessione.  

SAR rivela inoltre che il Dr. Djalali ha sofferto di numerose complicanze mediche, quali gastriti, ulcere grastriche, calcoli alla cistifellea, anemia, depressione e ansia. In seguito ad alcuni esami del midollo osseo, è anche rilevato il rischio di una possibile leucemia. Nonostante il quadro preoccupante, secondo SAR le autorità hanno ripetutamente negato al Dr. Djalali appropriate cure mediche.

In assenza di ulteriori informazioni, i fatti descritti suggeriscono che l’arresto, la condanna e la sentenza sono in plateale contrasto con gli standard internazionali riguardo la libertà accademica, oltre che al diritto a un processo equo e al trattamento rispettoso dei prigionieri,  come garantito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dall International Covenant on Civil and Political Rights, che l’Iran ha sottoscritto. 

Nella lettera, viene perciò rispettosamente richiesto alle autorità iraniane di "sospendere la sentenza capitale contro il Dr. Djalali, di procedere al suo immediato rilascio e nel frattempo assicurare il suo benessere e l’accesso a un adeguato supporto legale, familiare e sanitario”.

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