Ecco le cronomappe: così il nostro cervello percepisce il tempo

The new research has been published in PLOS Biology
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Cosa succede nel nostro cervello quando ascoltiamo l’incedere ritmico di un brano musicale o quando, al semaforo, scattato il rosso, siamo in fremente attesa del verde? Come percepiamo una cosa tanto astratta come il tempo? Per la prima volta nell’uomo, una ricerca ha dimostrato che in una specifica area del sistema nervoso centrale, quella detta “supplementare motoria”, esiste una vera e propria mappa del tempo che lavora proprio a questo scopo.

Lo studio, condotto dall’equipe della professoressa Domenica Bueti della SISSA e pubblicato sulla rivista PLOS Biology, ha spiegato come specifiche porzioni di questa regione si attivino selettivamente per stimoli di diversa durata: per il riconoscimento delle durate più brevi a mettersi al lavoro nell’area supplementare motoria sono le porzioni anteriori, per quelle più lunghe sono le porzioni posteriori, per le durate intermedie si attivano quelle porzioni di area che si collocano spazialmente tra le une e le altre, costituendo così un vero e proprio gradiente spaziale di attivazione.

La mappatura del tempo è l’oggetto della scoperta del gruppo della SISSA, in collaborazione con istituzioni e ricercatori giapponesi, svizzeri e olandesi. Le cronomappe rappresentano un risultato inedito e di eccezionale interesse per le neuroscienze, perché “per la prima volta si è capito, nell’uomo, come il nostro cervello decodifica il passare del tempo, e il meccanismo che ci permette di percepirlo”, aprendo così inedite prospettive di ricerca.

(Immagine di Daniele Levis Pelusi/Unsplash)