Una conversazione uscita il primo marzo 2009 sul «Corriere della Sera» in occasione della pubblicazione da Einaudi di «Orizzonte mobile», dello scrittore scomparso
Daniele Del Giudice aveva 72 anni . Qui sotto l' articolo tratto dall' archivio del «Corriere». Forse il segreto di è analogo a quello che egli, nel suo notevolissimo, nitido e sfuggente (Einaudi) attribuisce ai pinguini antartici osservati sui ghiacci di quell' estremo, indicibile grande Sud: «l' essere al tempo stesso impeccabili e impacciati». Impeccabile nella scrittura pacata e inesorabile e in tutto lo stile della sua persona, egli non è certo esteriormente impacciato. [...]
. A volte, scrive Del Giudice, non c' è modo di tradurre il vocabolario della fisica, non sempre si hanno i verbi per raccontare quei tempi. Il primo compito della , della poesia, è forse oggi trovare quel linguaggio per la nuova immagine del mondo, come Lucrezio l' aveva trovato per la fisica epicurea. Anche su questi temi, come su molti altri, abbiamo lavorato fraternamente insieme, specie anni fa presso la Sissa di Trieste.
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https://www.corriere.it/cultura/21_settembre_02/morto-daniele-giudice-suo-dialogo-claudio-magris-99bdf414-0bc9-11ec-a022-b610359699dd.shtml