Nell'ultimo anno scolastico gli studenti non italiani dell'istituto comprensivo Margherita Hack di Trieste hanno riportato risultati eccellenti nelle prove Invalsi: il 20% ha conseguito un livello 5 (il più alto), un altro 20% il livello 4, in matematica come in italiano, a riprova del buon livello di conoscenza linguistica acquisito negli anni, e dell'importanza dei percorsi di integrazione e inclusione attivati dalla scuola. Michele Pandolfo coordina in particolare le attività dedicate agli alunni non italofoni iscritti alla scuola media Guido Corsi, dove i non italiani sono circa il 14% tra ucraini, kosovari, colombiani, argentini e una piccola comunità di ragazzini cinesi. «La prima sfida educativa è colmare il gap linguistico - spiega Pandolfo - perché spesso arrivano a ridosso dell'anno scolastico e dobbiamo fare in modo che non restino indietro». In molti infatti sono figli di ricercatori di Sissa o Ictp, sempre in viaggio da una città all'altra: l'insegnante si occupa allora di «intercettare le necessità dei bambini e attivare i corsi di italiano, al mattino e nel doposcuola».
Continua a leggere qui