Parkinson e disturbo dell’alimentazione incontrollata: un nuovo studio indaga il perché

New SISSA research has identified working memory impairment and an alteration in reward sensitivity among binge eating possible origins

Mangiare senza controllo, come se l’impulso del momento non potesse essere contrastato da un pensiero più ponderato, che indurrebbe a mantenere un comportamento alimentare più salutare. Secondo quanto emerso in un nuovo studio condotto da Damiano Terenzi, Raffaella Rumiati e Marilena Aiello della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) in collaborazione con i medici dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste, il “Disturbo da alimentazione incontrollata” o “binge eating” che colpisce alcuni pazienti Parkinsoniani sarebbe associato a una compromissione di una funzione cognitiva chiamata “memoria di lavoro”. Questo deficit porterebbe i pazienti a rimpinzarsi dal momento che impedirebbe loro di mantenere in memoria l’obiettivo a lungo termine di un comportamento alimentare salutare. Un difetto in questo meccanismo era già stato associato ai disordini alimentari che tipicamente caratterizzano l’adolescenza. Nello studio, pubblicato sulla rivista “Parkinsonism and Related Disorders”, gli autori hanno indagato anche la sensibilità alla ricompensa e, in particolare, la componente affettiva (ovvero il piacere legato al consumo del cibo) e la componente motivazionale (ovvero il desiderio di ottenere del cibo).