Gli studiosi e i ricercatori debbono essere politicamente impegnati o restare nella loro torre d'avorio per non contaminare il loro ruolo con interessi esterni all'accademia? Il dibattito è antico e si rinnova a ogni occasione. Ma ammesso che poi si decida di essere intellettuali pubblici oltre che attivi in modo neutrale nel proprio settore specialistico, resta la decisione circa il campo nel quale schierarsi.
Non c'è bisogno di citare vicende lontane e paradigmatiche come il caso Dreyfus, sebbene proprio la vicenda del militare francese di origine ebraica che divise la Francia a cavaliere tra Ottocento e Novecento sembra essere un riferimento possibile della diatriba che accende l'università italiana in queste settimane a proposito della guerra in Medio Oriente.
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