A computer-based environment developed with the aim to shed light on the origins of altruism: this is the innovative approach used by a research group at SISSA in collaboration with the University of Udine. This new study - recently published in the journal Neuropsychologia – immersed participants in a virtual environment that reproduced a building on fire which they had to evacuate in a hurry, deciding whether to save their lives or interrupt their escape and help rescue an injured person. The results showed that altruistic individuals self-reported to have greater concern for others’ wellbeing and had larger right anterior insula (a brain area involved in processing social emotions) compared to non-altruists. These results shed light on the role of compassion in motivating helping behaviour and its brain correlates.
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Un mondo creato al computer per far luce sulle origini dell’altruismo. È questo l’innovativo approccio utilizzato da un gruppo di ricerca della SISSA di Trieste in collaborazione con l’Università di Udine in un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Neuropsychologia. Immersi in una realtà virtuale che riproduceva un edificio in fiamme da evacuare in fretta, i partecipanti dovevano decidere se mettersi in salvo o interrompere la fuga per aiutare una persona ferita. I risultati ottenuti nella ricerca hanno dimostrato che le persone altruiste sembrano nutrire una più alta preoccupazione per il benessere altrui e, inoltre, presenterebbero una corteccia insulare, area del cervello deputata all’elaborazione delle emozioni in un contesto sociale, di dimensioni maggiori. Un risultato che contribuisce a fare luce sulle emozioni alla base dei nostri comportamenti di aiuto e sull’attività di specifiche zone del cervello nel controllare le nostre azioni.
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