Raffreddando con un raggio laser

A new study explains the principles that underlie the phenomenon of light-induced superconductivity observed experimentally

Un raggio laser che trasforma un materiale in un superconduttore ad alte temperatura. Sono diversi gli esperimenti che indagano questo particolare ambito di ricerca, dagli interessanti risvolti applicativi. Una ricerca di circa un anno fa portata avanti dagli scienziati della SISSA aveva già fornito alcune basi teoriche del fenomeno. Un nuovo studio pubblicato su “Physical Review Letters” ne chiarisce ora altri importanti aspetti.

È noto che la luce scalda un materiale, un’osservazione ovvia che però non tiene in considerazione dei comportamenti sul brevissimo periodo, alla base del quale vi sarebbe il fenomeno della superconduzione. La superconduttività sarebbe dovuta in particolare al raffreddamento di una parte soltanto del sistema. L’assorbimento della luce, infatti, è molto selettivo. Quello che lo scienziao della SISSA Michele Fabrizio ha spiegato col nuovo studio è che nel brevissimo termine la luce può portare le particelle a popolare maggiormente gli stati ad alta energia, che così si scaldano, e a uno spopolamento di quelli a bassa energia, che si raffredderebbero. Sono proprio questi ultimi quelli che diventano così responsabili della superconduzione. Come ha dimostrato il ricercatore, il raffreddamento selettivo potrebbe essere utilizzato non solo nei modelli teorici, ma anche in veri materiali.

Il controllo ultrarapido dei materiali con fonti di luce è un settore che attira l’interesse della comunità scientifica, e non solo. Questo tipo di studi potrebbe aprire infatti prospettive importanti per la costruzione di dispositivi elettronici con caratteristiche che cambiano con l’uso della luce. In questi apparati il fascio di luce diventerebbe un interruttore con cui accendere o spegnere l’intero sistema. (Immagine Pixabay)